Lo studio
Collision Films, fondato a
Bristol nel 2002 e specializzato in video musicali su commissione, è una realtà giovane ma già capace di arrivare a mettere insieme un corpus di produzioni di tutto rispetto, lavorando sia per le major dell'industria discografica internazionale (
EMI,
Virgin,
Sony BMG,
Warner), sia con etichette indipendenti in cerca di prodotti visivamente originali per i propri artisti. Questa mole impressionante di lavoro è ciò che spinge oggi i due fondatori,
Chris Hopewell e
Ben Foley, a sentire di aver raggiunto un punto di svolta, giungendo alla paradossale intenzione di diminuire il tasso di commissioni e mettersi alla ricerca di finanziamenti per realizzare un lungometraggio in stop motion interamente proprio. Un percorso per certi versi opposto a quello di molti loro colleghi, che magari pervengono a una produzione commerciale continuativa solo dopo aver dimostrato il proprio talento creativo con opere personali e indipendenti, ma assolutamente non remunerative.
In sei anni di assiduo lavoro, e con l'aiuto di appena una manciata di collaboratori e registi esterni, i due soci fondatori hanno saputo fornire alle creazioni dello studio un carattere distintivo, a metà fra l'onirico e l'inquietante, in cui anche le visioni più solari, legate ai brani più ritmati e accattivanti, contengono sempre una nota oscura e sotterranea. Ed è stato in primis il ricorso alle più svariate tecniche d'animazione, anche sperimentali, lo strumento principale nell'ideazione di questo immaginario visivo, che ha portato fama e lavoro allo studio, spostandosi perfettamente con l'universo musicale di certo rock indipendente americano ed europeo.
Chris Hopewell in particolare, da grande virtuoso della stop motion e dell'animazione di pupazzi, media fra la tradizione animata britannica (non si dimentichi che Bristol è anche la città della
Aardman Animations) e quella mitteleuropea in generale, e praghese in particolare. Il primo grande successo diretto da Hopewell, il premiatissimo video di
There There dei
Radiohead, che avrebbe aperto la strada alle successive commissioni ad alto livello ottenute dallo studio, tradisce già i riferimenti artistici più sentiti dal regista, dal magistrale surrealismo in stop motion di
Jan Švankmajer (che sarà citato direttamente più volte, come in Blonde Redhead:
Equus o in
Young Knives:
She's Attracted To), alle atmosfere insidiose dei fratelli
Quay o del primo
Tim Burton.
Ben Foley appare invece più legato ai classici occidentali e locali, dai
Fleischer a
Yellow Submarine, ma è in grado di offrire una messa in scena narrativa complessa e accurata come quella di Soulsavers: Revival, con i suoi rapidi rimandi fra il mondo interiore e la vita circostante del personaggio.
I temi del viaggio (
Franz Ferdinand:
Eleanor,
The Bees:
Who Cares What the Question Is?, o i due video collegati per i
Persephone's Bees) e del luogo oscuro costellano la produzione Collision, che da
There There in poi avrebbe usato l'animazione come mezzo primario per le proprie produzioni, trasferendola anche sugli occasionali lavori pubblicitari (il titanico sforzo con la wall art animata del recentissimo spot per la
Honda Acura ne è la prova più compiuta), ma sempre cercando di anteporre l'idea creativa a tutto il resto, a dimostrare una volta di più che anche in un settore che nasce e vive sulle commissioni altrui si può trovare il modo di esprimere una propria visione artistica originale e coerente.