Artista a tutto tondo (oltre che cineasta, è musicista e autore di graphic novel),
Rosto è creatore di un universo visionario e affascinante, dalle molteplici chiavi di lettura. Sospesi tra surrealismo ed espressionismo, i suoi film fondono le tecniche più disparate (ripresa dal vero, animazione tradizionale, computergrafica 3D, découpage, stop motion) in un risultato finale di grande forza visiva.
Vedere i suoi film tutti insieme è un'occasione unica per apprezzarne sia la logica onirica che governa la narrazione all'interno del singolo film, sia la coerenza che li lega l'uno all'altro a comporre un affresco più ampio. Nella sua complessa stratificazione, il mondo di Rosto non si accontenta di essere surreale, ma diventa mitico, con personaggi ricorrenti che assurgono al rango di archetipi. Non altro che mito (ed anzi: mito nel mito, visto che tutto il film è a sua volta un racconto) è infatti la parabola "cristologica" di
Anglobilly Feverson, che cerca in tutti i modi di fuggire dal suo mondo oppressivo attraverso il leggendario "buco nel cielo".
Non è necessario conoscere tutti i dettagli del mondo onirico di Rosto per immergersi nei suoi film, ma i richiami continui dall'uno all'altro e fra tutti, e la sottostante narrativa della saga di Mind My Gap, di cui anche i film fanno parte, amplificano il gioco di specchi che è il tema centrale di tutta l'operazione. I sogni di Rosto hanno tutti come base il contrasto fra il dentro e il fuori, l'alto e il basso, il sopra e il sotto, la realtà e l'illusione. Il tema del doppio (che diventa spesso quello del multiplo) è centrale in tutti i suoi film, e lo specchio, massimo simbolo di duplicità, è il protagonista indiscusso di Jona/Tomberry.
Altro simbolo del doppio è proprio Jona (o Tomberry?), creatura dai due nomi e dalle due nature, metà bambino e metà pesce, senza essere mai né l'uno né l'altro. Mostruoso per Diddybob, che gli spara istigato da Virgil, salvifico per i
Langeman, misteriosi esseri dalle sembianze di albero che lo accolgono come messia e che sono a loro volta il doppio speculare di Virgil, e, in quanto tali, anch'essi ancora una volta proiezioni del loro autore.